Questa che vi racconto
è una storia che ho letto ieri
e diceva così:
- Ci han mandati in un paese straniero
a difendere
la libertà di un popolo intero.
Eravamo tutti giovani
e credevamo
in quello che ci dissero di fare:
combattere, sparare.
Giungemmo col fucile in mano
e ci mandarono allo sbaraglio
in mezzo al fango
mentre tutto ci pareva così strano
Ma in cuore avevamo ancora la nostra speranza
e andammo avanti sicuri
quando attorno a noi qualcuno sospirò
" Perdona, Signore, la .nostra ignoranza. "
Io non capii quelle parole
e quel giorno feci il mio dovere
sparando, uccidendo
vinto dal mio stesso ardore.
Poi cominciò il ritorno
coi fucili in spalla
per strade piene di fango
guardandoci desolati attorno.
Attraversammo un villaggio devastato,
vedemmo case che più non eran case
volti di esseri che più si potevan dire umani
che chiedevan il perchè di quel che c'era stato.
Noi ci guardammo in viso,
ma nei nostri occhi,
prima sorridenti e sicuri,
più non c'era sorriso.
Quello dunque era quel popolo
che noi dovevamo difendere
e per il quale noi seminavamo morte
per ubbidire a quelle parole: sparare, uccidere?
Disorientati tornammo sotto la tenda
e nessuno di noi quella notte parlò,
nessuno di noi dormì,
nessuno di noi potè riposare nella sua branda.
La realtà che non avevamo capito
era lì di fronte a noi
nuda e dura più che mai
e ci segnava col dito.
Tornammo a combattere,
tornammo a sparare e a morire,
ma dentro di noi
eravamo già morti.
Un giorno ci dissero
che potevamo tornare a casa,
ci misero sul petto una medaglia,
una medaglia al valore.
No, non era stato il valore
che ci aveva fatti combattere,
che ci aveva aiutati a sopravvivere,
ma la disperazione.
Uscii all'aria aperta
perchè mi sentivo soffocare
e incominciai a camminare
per sfogare quel tormento che avevo in petto.
Incontrai un bambino
e vidi che mi guardava
con grandi occhi tristi
che mi fecero sentire tanta amarezza.
Staccai la medaglia
che ancora avevo sul petto
e gliela misi in mano:
-Prendi, ragazzo - dissi.
Egtli mi guardò stupito
poi nei suoi occhi brillò una strana luce,
mi sorrise, un grande sorriso
e fuggì via.
- Ecco - mormorai a me stesso
- ecco, questa è la prima azione
che hai fatto per aiutare veramente qualcuno?
devi esserne fiero,no?
Mi coprii il viso con le mani
e fuggii via,
fuggii perchè nessuno
vedesse le mie lacrime.
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