Maria aveva ventidue anni a quei tempi ( era nel dopoguerra) ed era già considerata quasi zitella perchè non era mai stata fidanzata. In realtà un amore più che segreto l'aveva da parecchio tempo,il problema era che lo sapeva solo lei e non aveva mai avuto il coraggio di farglielo sapere.
Lui era Lorenzo, il figlio del proprietario più ricco del paese e abitava in una tenuta "Il Cascinale" e di certo non si interessava a lei, figlia di un semplice agricoltore.
Maria era una bella ragazza bionda con gli occhi azzurri e portava sempre in testa un foulard bianco e rosso che legava sotto la nuca.Lei aveva almeno potuto frequentare le scuole elementari e poi era rimasta a casa per accudire Rosina, la sorellina più piccola.
Negli anni del dopoguerra la vita era stata dura e Maria coi suoi genitori aveva dovuto lavorare duramente nei campi, poi era arrivato un piccolo colpo di fortuna.Il fratello di sua mamma era morto e, siccome non era sposato, avevano ereditato i suoi terreni e la casa dove abitava.
Questa eredità aveva migliorato di parecchio la vita della famiglia e avevano potuto permettersi di prendere dei lavoranti; Maria era stata così sollevata da alcuni lavori.
Non doveva andare più nella stalla a mungere le mucche e accudirle perchè era un lavoro pesante.
Aveva avuto così più tempo per curare il suo orto: un angolo loaveva adibito a giardino.In estate era un tripudio di fiori:rose, dalie,zinnie, ortensie, garofanini.Alla sera i profumi di quei fiori si spandevano nell'aria per tutto il cortile e ciò la rendeva orgogliosa e fiera. Inoltre nel piccolo cortile davanti casa aveva messo la "porcellana" tutto intorno e vasi di begogne, digerani e di alcuni fiorellini di campo.
Quando le sue amiche l'andavano a trovare riceveva solo complimenti e, a volte, vedeva nei loro occhi un po' d'invidia,
A fine luglio per la festa del paese Maria addobbava tutta la chiesa coi suoi fiori. La gente ne parlava e lei ne era molto orgogliosa.
Anche quell'anno stava spingendo il suo carrettino colmo di fiori per le strade del paese verso la chiesa.
- Hai bisogno di aiuto?
Al suono di quella voce nota, Maria si girò e vide il "suo" Lorenzo che si era accostato a lei con la sua bicicletta.
- Lorenzo, grazie, ma non ti devi disturbare,
- Ma no, - sorrise lui- non ti preoccupare, Lascio qui la bici e lo spingo io il carretto.
Il cuore di Maria fece le capriole e si sentiva le guance in fiamme: si augurò che Lorenzo pensasse che il suo rossore fosse per il caldo.
- Stavi andando da qualche parte,, non vorrei farti tardare.- fece lei.
- No, facevo solo un giro in bici senza una meta precisa, Sono contento di averti incontrata. Andiamo verso la chiese, vero?
- Sì, stavo portando lì i fiori per la festa, come sempre.
- Eh, già. I tuoi fiori sono sempre i più belli, lo dicono tutti.
- Grazie, ma non faccio niente di speciale.
Chiacchierarono fino ad arrivare sul sagrato della chiesa dove il parroco, don Leo, la aspettava.
- Maria, ben arrivata. Vedo che ti sei trovata un aiutante - la salutò.
Lei arrossì. - Ho incontrato Lorenzo per strada e ha voluto aiutarmi.
- Sei stato gentile - precisò il prete.
Lorenzo allargò le braccia sorridendo e chiese indicazioni sulla sistemazione dei fiori.
Da quel giorno Lorenzo e Maria si incontrarono diverse volte "per caso".Giunse la sera della sagra del paese trasformato per l'occasione in un grande luna park con musica, luci, bancarelle e tutta la gente riversata per le strade.
I due giovani danzarono sul "bal palchet", girarono tra le bancarelle, sorseggiarono una limonata, poi Lorenzo guidò Maria verso una stradina poco illuminata.
- Ti devo parlare - le disse. Lei lo guardò con ansia. - Maria, era da tempo che ti guardavo da lontano senza avere l'occasione di poterti parlare. Io... credo di piacerti un po', vero?
- Sì, Lorenzo e non solo un po'.
- Anche tu mi piaci tanto.
Le mise le mani attorno alla vita e l'attirò a sè.
Si scambiarono il loro primo bacio, all'inizio quasi con timore poi con una passione che nemmeno loro pensavano potesse divampare.Fu l'inizio di un periodo meraviglioso, sembrava una bella favola
destinata a concludersi nel migliore dei modi,ma quando annunciarono alle loro famiglie il desiderio
di sposarsi ricevettero entrambi un netto rifiuto a quel matrimonio.
Maria pianse a a lungo tra le braccia di lorenzo: purtroppo erano tempi duri e senza l'apporto delle famiglie non avrebbero potuto metter su casa.
Il padre di Lorenzo non reputava la famiglia di Maria abbastanza agiata e sopratutto non era al loro livello sociale.Suo figlio non poteva sposare una "contadina".
Al padre di Maria non piaceva il giovane perchè pensava che era troppo "in su" per mettersi con una come lei ed era convinto che dopo averne approfittato l'avrebbe lasciata sola e rovinata.
I due giovani conoscendo la cocciutaggine dei rispettivi genitori decisero di lasciare passare un po' di tempo e poi di riprovarci, ma la questione era più seria di quel che si erano aspettati.
Anche le loro madri sostenevano i mariti e consigliarono loro di lasciar perdere.
Alla fine per poter stare insieme usarono un piccolo capanno per gli attrezzi che nessuno usava più. Lorenzo lo aggiustò come meglio potè e quello divenne il loro nido d'amore.
- Non è possibile andare avanti così,- si lamentava la ragazza.
- Lo so, Maria, ma non abbiamo mezzi nostri e poi abbiamo dietro di noi fratelli e sorelle da sistemare.
- Lo so. Speriamo che dopo ci lascino in pace. Io desidero solo essere tua moglie e passare la mia vita con te.
- Lo so. Anche per me è la stessa cosa, ma...
Intanto il tempo passava e la sorella di Maria sposò un giovane impiegato delle ferrovie molto gradito al padre. Anche un fratello di Lorenzo sposò una ragazza figlia di un proprietario terriero come loro. l'altro fratello si arruolò in aviazione e se ne andò via di casa.
Intanto il tempo passava e la situazione non era per niente cambiata.Tra attese, discussioni e liti passarono ben dieci anni.
Poi il padre di Lorenzo si ammalò e decise di spartire l'eredità tra i tre figli ritirandosi a vita privata in una casa che aveva acquistato al mare dove i medici gli avevano consigliato di andare a vivere.
A quel punto Lorenzo e Maria poterono coronare il loro sogno. A Lorenzo era toccata una piccola proprietè con un piccolo rustico di poche stanze; era l'ultimo "dispetto" da parte del padre.
Maria dovette lasciare la sua casa con una piccola valigia che conteneva l'indispensabile. La sua famiglia le aveva definitivamente voltato le spalle.
Si sposarono un mattino alle 6;00, soli con due testimoni procurati da Don Leo. Ci fu un attimo di tristezza, ma dopo la benedizione del sacerdote si abbracciarono stretti. Finalmente avrebbero potuto, dopo tanto penare, iniziare la loro vita insieme, a testa alta, davanti a tutti.
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