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giovedì 9 giugno 2016

LAURA - cap. 7°

                                                                    capitolo 7° - Parigi


parigiArrivarono a Parigi alle dieci di quella sera stessa. Non avevano parlato molto durante il viaggio e Laura era stata grata della sensibilità di Alain nei suoi confronti.Aveva bisogno di riordinare le idee, ma ancora non ci riusciva, aveva troppo la mente confusa ed era disorientata.  Si era lasciata guidare e trascinare da Alain, ma ciò era contro il suo modo di essere:



La Laura che lei conosceva se ne sarebbe rimasta a casa a piangere e a leccarsi le ferite chiudendo il mondo al di fuori delle pareti del suo casolare. Ora invece si trovava proiettata in un mondo che non conosceva e che non le era familiare.
Per un attimo il panico la sommerse impedendole quasi di respirare. Strinse i pugni e si conficcò le unghie nei palmi delle si fermò davanti a un mani con i nervi tesi allo spasimo.
Una brusca frenata spezzò quel momento di tensione, guardò Alain, e lo sentì imprecare contro un autista imprudente e si trovò a sorridere. Il destino l'aveva colpita duramente, ma al tempo stesso aveva inviato un'ancora a cui aggrapparsi.
L' auto attraversò Place de l'Etoile e pochi istanti dopo   si fermò davanti a un cancello di ferro battuto.Salirono all'ultimo piano e Alain introdusse Laura in un attico con pavimentidi legno e un arredamento tanto sobrio quanto di gusto. Un'ampia vetrata permetteva una vasta panoramica di Parigi.
- E' bello qui: è ... confortevole - disse Laura guardandosi attorno.
- Grazie. - Alain sorrise soddisfatto. - E' la mia casa parigina dove ogni tanto ricevoqualche ospite, mai più di una decina di persone e solo quando non ne posso fare a meno. Adoro la mia pivacy e la vita tranquilla-
- Lo so,E' per questo che sei capitato sulla mia strada e nella mia vita.
Alain vide il suo sguardo incupirsi e sviò il discorso su argomenti banali per evitare quel momento che poteva diventare difficile.
Cenarono con alcuni panini che avevano comprato strada facendo  e andarono a letto presto piuttosto stanchi.   Laura si addormentò subito e al mattino la svegliò un deciso bussare alla sua porta e un aroma di caffè a cui non seppe certo resistere.
Più tardi accompagnò Alain dal produttore con cui aveva un appuntamento, ma gli chiese di non essere presentata col suo vero nome. Furono giorni pieni di impegni, Alain se la trascinò dietro ovunque andasse e alla sera era stanca e sfinita per cui si addormentava senza pensare troppo ai suoi guai personali.
Passarono due settimane in un baleno e in cui Alain firmò il contratto per un nuovo film le cui riprese sarebbero iniziate venti giorni più tardi.
Una sera , mentre cenavano Alain le disse di fare di nuovo le valigie.
- Domani mattina ti voglio  portare in un posto bellissimo, stupendo e meraviglioso.
- Alain, ti ringrazio, ma non credi che sia ora che io torni a casa mia ad affrontare i miei problemi da sola?
Lui sorrise e le prese una mano tra le sue. - Sono contento di sentirti parlare così : è segno che vai verso la guarigione. Ascolta, Laura: tra una ventina di giorni sarò impegnato nella lavorazione del film per alcuni mesi e sarà, come sempre, molto faticoso  anche se piacevole. Vieni con me per qualche giorno, io dovrò incominciare a leggere e imparare il copione e mi sarà di aiuto avere una persona che mi stia ad ascoltare e che mi faccia da "partner". E poi ti voglio portare in un posto per me speciale, ma se ne vuoi sapere il perchè devi per forza venire con me. Se non ti piacerà sarai libera di andartene anche subito. D'accordo?
Il suo sorriso era così disarmante che in quel momento capì il perchè avesse dalla sua parte un vastissimo pubblico femminile.
- D'accordo - sospirò.
Il posto speciale di cui parlava Alain era uno stupendo chalet sui monti del Giura.



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